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Articoli Pubblicati dal Quotidiano Livornese "Il Tirreno":

Partita l'iniziativa della Regione per testare venticinque ragazzi a settimana. I loro racconti tra casa, scuola e mascherine: «Una iniziativa utile per tutti»

«Io il Covid l'ho avuto...». Gli studenti dell'ITI Galilei inaugurano i tamponi

Simone Fulciniti, Livorno. "Nei corridoi dell'Iti Galilei l'atmosfera è serena. La prima giornata dell'iniziativa "Scuole sicure" decisa dalla Regione Toscana per monitorare i ragazzi attraverso i tamponi antigenici, viene vissuta con  determinazione e voglia di contribuire. Per la selezione degli studenti da testare, non è stato necessario l'annunciato sorteggio, ma è bastato chiedere e le adesioni (anche da parte dei genitori) sono arrivate in numero  sufficiente. Sono solo 25 per istituto gli studenti che saranno controllati ogni settimana, 5 per classe. E in 25 si presentano ieri mattina con la convinzione che questa campagna sia utile per tutti. C'è un'aula Covid, precedentemente allestita, dove si trova l'équipe medica guidata dal dottor Alberto Del Forno, con i medici scolastici Francesca Di Serafino e Giovanni Picardi e dagli  infermieri Sara Bernardi e Claudio Pulia in divisa "blindata". I ragazzi vengono accompagnati dal personale dalla classe fino al luogo del tampone, qui si siedono, abbassano la mascherina, alzano la testa e, in pochi secondi, il gioco è fatto. Poi escono, un po' disorientati, ma dopo qualche minuto fanno ritorno ai propri banchi di studio. La scuola - come da normativa  anticovid - ospita la metà esatta degli studenti, pertanto l'operazione si
svolge in modo snello. I più coraggiosi sono quelli di quinta, che attendono il loro turno consapevoli di svolgere un atto importante. «Non sono spaventata - dice Sara Signorini - anche perché il mio indirizzo di studi è biologico, so che lo screening è fondamentale. Lo faccio volentieri. E anche in classe c'è coesione sul tema. Un momento duro, ma dobbiamo andare avanti».
Jacopo Casabona ha già conosciuto il virus. «Questa è una iniziativa - commenta - che, se portata avanti con costanza, può fare prevenzione. Io l'ho già fatto tante volte il test, in quanto un paio di mesi fa sono risultato positivo. Posso dirmi un esperto. Non sono molto d'accordo sul rientro a scuola, anche se in didattica a distanza non riuscivo a seguire al cento per cento». Poi c'è Leonardo Cecchi. «Sapere se siamo positivi è fondamentale per salvaguardare le persone intorno a noi. Sono tranquillo, nessuna paura. Tornare a scuola è l'unica via, specie per i laboratori». Noemi Rossi, altra studentessa, è soddisfatta. «Penso che sia bello, e ci dà la possibilità di fare un tampone gratis, quando non tutti possono permetterselo. Ho un po'  d'ansia, certo, ma viene superata dal pensiero che facciamo qualcosa di molto utile. Io sto bene a scuola e a casa. Ma l'approccio con i professori e i compagni a casa manca». Chiude il cerchio dei primi controlli Tommaso Bellucci, quinto e ultimo maggiorenne della giornata a sedersi per il tampone. «Tra noi giovani è importante controllare la situazione, anche alla luce dei fatti recenti avvenuti in centro, con gli assembramenti in via Cambini. Serve per sensibilizzare. Nessuna emozione, l'ho già fatto in passato. Viviamo un momento particolare, senza tanti rapporti interpersonali, ma ci adattiamo a quello che occorre per uscirne al più presto»".

La Dirigente Prof.ssa Manuela Mariani: «Gli studenti si sono presentati in numero sufficiente a questa prima tornata. Se servirà passeremo all'estrazione a sorte»

«Ok la risposta delle famiglie»

S.F., Livorno. «Siamo contenti di essere la scuola apripista. Siamo uno degli istituti più numerosi e probabilmente il criterio di scelta per la partenza è stato questo. Appena contattati dall'Usl, abbiamo subito diramato una comunicazione generalizzata a tutti i genitori, per ottenere il consenso ai tamponi per i ragazzi. La risposta è stata tempestiva, massiccia e favorevole. Ciò significa che le famiglie ci seguono, ci danno fiducia e questo per noi è un elemento fondante». Così parla Manuela Mariani, dirigente scolastica dell'ITIS Galilei, felice di poter ospitare fin dalla prima ora medici e infermieri.«Fare i test rapidi - prosegue - vuol dire fare prevenzione, anche se la scuola è già ripartita. Cominciare a testare anche solo cinque ragazzi per classe, in un programma che vede continuità per tutto l'anno scolastico, è comunque un toccasana». L'istituto per adesso non è dovuto ricorrere al sorteggio per stabilire i nomi dei ragazzi da sottoporre al test. «La prima fase, ovvero la raccolta del consenso delle famiglie - spiega la dirigente - ha portato numeri sufficienti per i primi test. In seguito, se sarà necessario, passeremo all'estrazione a sorte, che sarà assolutamente trasparente». Una sorta di lotteria, quindi, per decidere chi potrà fare il tampone. «Inoltre - riprende - abbiamo preferito partire dalle situazioni più fragili, ovvero classi dove c'erano stati casi di Covid o ragazzi ancora in quarantena». Venticinque studenti alla settimana, ma l'auspicio è che la quota possa aumentare. «L'Usl - fa sapere Mariani - vorrebbe testare classi complete, ma noi preferiamo variare. E magari salire con i numeri, anche perché forse siamo un po' in ritardo. Sarebbe l'ora che arrivassero i vaccini. Comunque, con le presenze attuali (ridotte), tutto si svolge in maniera serena». Sulla stessa lunghezza d'onda Claudio Florio, professore, referente Covid per la scuola. «È importante - dice - essere stati individuati come primo istituto, anche se ce l'hanno comunicato in tempi brevi e  abbiamo dovuto correre per trovare i venticinque alunni, di sezioni specifiche, chiedendo l'autorizzazione alle famiglie». Un percorso preparato nei dettagli. «I ragazzi vengono chiamati nella sala Covid, allestita quest'anno per tutti i casi riconducibili alla pandemia; fanno il tampone
rapido, in orario scolastico, così come deciso dalla Regione e dal dipartimento Usl». I referti andranno prima alle famiglie, che gireranno i risultati a un indirizzo email scolastico apposito. «E in caso di positività - conclude Florio - comincia una procedura che manda in quarantena la classe, alcuni professori, insomma un passaggio complesso. Con la didattica a distanza i numeri sono calati e ora aspettiamo di capire cosa accadrà. Ci sono da considerare le vacanze, il Natale, capodanno. Un aumento dei casi non è da escludere»