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Viviamo sommersi da parole ed informazioni. Spesso non ne comprendiamo neppure più il senso.

Che fare allora quando si creda che la parola, la lingua siano invece carattere fondante dell’identità
dell’individuo per la percezione del sé e nella relazione con l’altro?

Non è forse vero che senza parole siamo elisi dalla realtà, senza il loro significato essenziale, cristallino, non abbiamo visione da comunicare, presa sul mondo, non possiamo andare all’origine delle cose e prospettarci un cammino?

Abbiamo voluto chiamare uno di questi cammini per e con i nostri ragazzi e ragazze “English for Life”, perché con l’acquisizione della lingua inglese si diviene cittadini del mondo, si migliora anche la lingua di origine dal confronto che ne scaturisce, si moltiplicano i risultati. E quanto prima questo accada, più lunga sarà la vita di ciascuno che ne trarrà vantaggio.

Cosa è importante oggi per la nostra vita? Come diceva Leonardo, il significato non preesiste all’esperienza; noi volevamo capire ed allora abbiamo fatto numerose esperienze. Ma capire, cosa?

Come aiutare il nostro pianeta che oggi ha bisogno di noi e questo è forse più compreso da ragazzi e ragazze che non dagli adulti, che ai problemi di oggi hanno condotto.

Ed allora questo “English for Life” è stato un lungo cammino, articolato e gioioso, di laboratori per conoscere e conservare la biodiversità, la ricchezza che non possiamo perdere perché da essa dipende la vita di tutti. Ai primi passi per visitare in Inglese il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, il loro giardino etno-botanico, conoscere ambienti terrestri, marini, acquatici,
boscosi, di ricca macchia, i successivi sono stati intrapresi in ambienti rupestri in collina per raccogliere semi.
Che poi abbiamo pulito e messo in dormienza a meno 20° C perché siano conservati per il futuro.

Abbiamo ascoltato direttamente dalla Millennium Seed Bank Kew, Sussex, quale sia il valore della conservazione della biodiversità. Protocolli internazionali coinvolgono tanti ricercatori che dedicano la loro vita al beneficio dell’umanità intera conservando 2,4 miliardi di semi da piante che costituiscono cibo, salute, ambiente per il futuro. Abbiamo ideato la nostra banca, visitato il Museo/Orto Botanico della Università di Pisa perché il proposito di valorizzare l’ambiente naturale è antico anche in occidente, abbiamo abbracciato alberi giganteschi, appreso che dal Sig. Sequoyah della Nazione Cherokee ha preso nome l’albero più maestoso al mondo.

Altri monumentali li abbiamo conosciuti da Internet grazie ad un cercatore di alberi per ammirarne la solitudine, la bellezza, memori della storia che si è snodata alle loro radici, fonti come sono di ambienti salutari, rigenerativi, che semplicemente ci donano.
Esseri viventi tutti intelligenti perché di intelligenza si è caratterizzata l’evoluzione che ha sempre privilegiato la vitalità cui dobbiamo la nostra presenza oggi sul pianeta. Abbiamo accolto forestieri a Livorno, i croceristi del Mediterraneo, che ci donavano il loro Inglese per farci fare pratica con argomenti di interesse, vivaci, veri, interessanti, vissuti da ciascuno con il desiderio di condividerli, generosità e gentilezza, all’aperto sotto il cielo, a sentire insieme il soffio della libertà.

Abbiamo studiato i provvedimenti delle Nazioni Unite, della Unione Europea e gli emendamenti ai princìpi fondanti della nostra Costituzione per ripristinare l’equilibrio naturale. Abbiamo scritto  storie creandole da immagini dal National Geographic, abbiamo disegnato, ascoltato musicisti, tenori, in composizioni sulla natura, canzoni da film sulla wilderness. Ci siamo registrati e riascoltati, abbiamo giocato saltando sulla campana del filosofo ambientalista Bruno Latour nel nostro laboratorio di lingue, il nostro quartier generale.

Ancora la tecnologia ci ha portato il concittadino che sin da ragazzo si è appassionato alla natura, agli uccelli, novello Leonardo ad adorarne il volo e fondare la Lega Italiana Protezione Uccelli, il Centro Recupero Uccelli Marini e Acquatici per aver cura a Livorno di tutti gli animali perché, come ci insegnava il Sig. Sequoyah, senza gli animali gli uomini morirebbero di solitudine.

E poi un’esperienza dopo l’altra, il volo sempre più alto, questo cittadino livornese è giunto a dirigere il WWF International planetario. Una breve sintesi efficace da quello schermo che non ne ha attutito la vitalità, del danno prodotto negli ultimi settanta anni alla nostra Terra, ma solo per invitarci, per incoraggiarci ad invertire la rotta. È questo che la natura aspetta, di essere lasciata di nuovo libera di averci intelligenti come lei a colorare ancora di stupore il pianeta intero. Ghiacciai, oceani, barriere coralline, continenti, foreste, isole, mari, tutto in un pugno e sappiamo tutti da quando eravamo bambini che è questa la misura del nostro cuore.

Dopo di lui, con lo stesso cuore, valorosi rappresentanti di LIPU e CRUMA Livorno in aula con noi per testimoniarci con immagini e parole di cura, il loro lavoro per l’ambiente e per tutti gli animali non umani che vivono in natura cui hanno esteso la loro qualificata assistenza. Abbiamo visitato l’Acquario, accarezzato razze, chiamato per nome le tartarughe, capito come sia crudele verso i pesci ingannarli con le plastiche, come sia biodiverso e ricco il nostro mare; al Centro Interuniversitario di Biologia Marina, abbiamo capito come mare e pesca siano risorsa da tutelare, norme europee e nazionali in atto. Laboratorio sul pescato con campionature di pesci per sviluppare anche noi la stessa passione dei biologi marini e chissà che anche a noi non si sviluppino quelle branchie e quelle pinne non del tutto invisibili cui una mutazione importante per tutti li ha  portati, la necessità del rispetto e di sentirci parte insieme a tutti gli esseri viventi dello stesso ambiente naturale.

Non è forse questo il motivo per cui si intravedevano quelle ali dalle braccia animate del concittadino livornese direttore mondiale del WWF e rami e foglie dalla testa e dalle braccia del cercatore di alberi?

E come dicevano gli abitanti della Nazione Lakota, saggi a conoscere, rispettare e promuovere una unione con la Terra, tutte le cose sono connesse, mitakuye oyasin, ce lo siamo detti come augurio, consumando dolci favolosi con la scritta memorabile “English for Life” che non hanno attinto ad animali, così rispettando equilibri da conoscere, per aiutarci a festeggiare.

Cosa, vi chiederete? La prima tappa di un cammino, aver capito le parole che adesso hanno più significato perché abbiamo fatto esperienze per divenire parte di un impegno condiviso con chi sia convinto, come noi, che il pianeta Terra sia questa semplice e splendida casa con equilibri d rispettare, da ripristinare, nel rispetto delle leggi di natura.

Guardatevi adesso ruotando davanti ad uno specchio, allievi dei due moduli di English for Life:

Nicola, Denise, Giulia, Alberto, Samuele, Luca, Lorenzo, Elisa, Giorgio, Luca, Tommaso, Francesco, Federico Manuel, Federico, Andrea, Matteo, Giacomo, Fabrizio, Diego, Arslan, Benedetta, Luca, Diego, Lorenzo, Tommaso, Fabio, Diego, Davide, Tommaso, Jamil, Diego, Giulia, Christian, Badr, Irene, Nicola, Filippo, Kevin, Matteo, Nicola, Alessio, Luigi, Chiara, Gioele,  per vedere quando vi spunteranno ali o pinne, rami e foglie, per una vita migliore, più serena, naturale, giusta, sul nostro pianeta, tutti insieme.Anna Porciani - Eurocontact Plus APS